Benvenuti al Teatro di Varese! Oggi è il : 5 Dicembre, 2023

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GIOVEDI 6 OTTOBRE 2022 ORE 20:30
GIORNI DISPARI TEATRO presenta

TOSCA
di Giacomo Puccini

Melodramma in 3 atti.
Libretto di  Giuseppe Giacosa e Luigi Illica. 

Floria Tosca: Renata Campanella    Mario Cavaradossi: Danilo Formaggia    Barone Scarpia: Marzio Giossi
Cesare Angelotti: Massimiliano Catellani     Sagrestano: Luca Gallo    Spoletta: Mario Scagliarini    Sciarrone: Luca Gallo
Orchestra Sinfonica delle Terre Verdiane
Maestro Concertatore e Direttore: Stefano Giaroli
Regia, scene e costumi: Serena Nardi

Coro dell’Opera di Parma      Maestro del Coro: Emiliano Esposito
Coro Varese Estense    Maestro del Coro: Irene Guerra

Maestro alle luci: Marco Ogliosi
Assistente progettazione scene: Debora Palmieri      Assistente realizzazione costumi: Marta Ragazzoni
Sartoria: Silvia Padovan     Trucco e Parrucco: Eva Skita
Direttore di palcoscenico: Alessandro Brachetti    Capo Squadra Tecnica: Gabriele Sassi
Coordinamento Artistico: Carlotta Arata     Coordinamento Musicale: Antonio Braidi
Responsabile comunicazione/ Ufficio Stampa: Marco Parotti  – Eo Ipso srl
Responsabile di organizzazione: Mara Grisoni
Segreteria di Produzione: Elena Cattani

Una produzione GIORNI DISPARI TEATRO.


Il libretto deriva dal dramma La Tosca dello stesso Sardou, rappresentato per la prima volta il 24 novembre 1887 a Parigi, il cui successo fu legato soprattutto all’interpretazione della grande attrice Sarah Bernhardt. La Tosca venne rappresentata al Teatro dei Filodrammatici di Milano all’inizio del 1889 e Giacomo Puccini ne rimase molto colpito, cominciando a pensare di ricavarne un’opera. Nell’ottobre 1899 l’opera fu completata ed il 14 gennaio 1900 venne rappresentata al Teatro Costanzi di Roma, ora parte del teatro dell’Opera di Roma.
Inizialmente criticata da una parte della stampa, che si attendeva un lavoro più in linea con le due precedenti opere di Puccini, Tosca si affermò ben presto in repertorio e nel giro di tre anni fu rappresentata nei maggiori teatri lirici del mondo. Fu un grandissimo trionfo ed ebbe implicazioni di lunga durata per il teatro in musica, non solo in Italia, ma anche altrove. Plasmò, ad esempio, il teatro d’opera negli Stati Uniti e influì su quello di numerosi Paesi europei nonché, oggigiorno, è uno dei drammi di musica più rappresentati in tutto il mondo. Il 14 gennaio 1900, dunque, data di debutto dell’opera, è considerato come un punto di svolta nella musica italiana – il vero inizio della musica del XX secolo e soprattutto del dramma di musica di stile italiano.

Tosca è considerata l’opera più drammatica di Puccini, ricca com’è di colpi di scena e di trovate che tengono lo spettatore in costante tensione. Inoltre non vi è Ouverture iniziale. La vena melodica di Puccini ha modo di emergere nei duetti tra Tosca e Mario, il suo amante, nonché nelle tre celebri romanze, una per atto (Recondita armonia, Vissi d’arte, E lucevan le stelle), che rallentano in direzione lirica la concitazione della vicenda.
L’acme drammatico è invece costituito dal secondo atto, che vede come protagonista il sadico barone Scarpia, nel quale l’orchestra pucciniana assume sonorità che anticipano l’estetica dell’espressionismo musicale tedesco.

La trama

L’ambientazione dell’opera è collocata a Roma, tra la chiesa di S. Andrea della Valle, palazzo Farnese e Castel sant’Angelo, e la vicenda si svolge in un unico giorno, il 14 giugno del 1800.
La napoleonica Repubblica Romana è appena stata abolita e sono in corso rappresaglie nei confronti degli ex repubblicani. Fra questi Cesare Angelotti, già console della Repubblica che, evaso da Castel Sant’Angelo, trova rifugio nella Chiesa di Sant’Andrea della Valle. Qui incontra il suo amico pittore Mario Cavaradossi che gli assicura aiuto e collaborazione. Il colloquio fra i due è interrotto dal sopraggiungere della cantante Floria Tosca, amante del pittore, che si lascia andare ad una scenata di gelosia perché si accorge che il volto di Maria Maddalena che Mario sta dipingendo è quello della marchesa Attavanti. Dopo essere stata rassicurata dal pittore, Tosca lascia la chiesa e i due amici fuggono via.
Il resto della storia si sviluppa intorno al personaggio del barone Scarpia, capo delle Guardie Pontificie il quale, venuto a conoscenza dell’intesa fra il fuggiasco ed il pittore, ordisce una trappola per conseguire il duplice obiettivo di sedurre Tosca e catturare Angelotti. Fa dunque arrestare Cavaradossi con l’accusa di cospirazione e poi costringe Tosca, con la promessa di un salvacondotto per il suo amato, a promettersi a lui ed a rivelare il nascondiglio di Angelotti. Tosca cede al ricatto ma, non appena ottenuto il documento, estrae un coltello ed uccide Scarpia. Corre dunque a salvare il suo uomo ma giunge tardi perché, nel frattempo, Mario è stato fucilato. Colta dalla disperazione, Tosca si toglie la vita gettandosi nelle acque del Tevere.

I momenti più intensi del melodramma pucciniano sono probabilmente contenuti nelle arie “Vissi d’arte”, nel II atto, ed “E lucevan le stelle”, nel III. In “Vissi d’arte”, romanza divenuta celebre, si coglie la poetica disperazione e lo smarrimento di Tosca che, sotto l’atroce ricatto di Scarpia, si scopre incapace di concepire e di comprendere tanta cattiveria e si rivolge a Dio con toni di supplica ma anche di risentimento: “Vissi d’arte, vissi d’amore, non feci mai male ad anima viva!… Nell’ora del dolore, perché, perché Signore, perché me ne rimuneri così?”


Organizzatore: Giorni Dispari Teatro

BIGLIETTI:

INTERO: Platea € 36,00 | 1° Galleria € 32,00 | 2° Galleria € 28,00
RIDOTTO*: Platea € 32,00 | 1° Galleria € 28,00 | 2° Galleria € 24,00
*Gruppi, under 18 e over 60
SCOLARESCHE (min. 25 studenti): € 10,00
*spettacolo ospitato, per gli acquisti presso il botteghino è richiesto il pagamento in contanti.

BIGLIETTI DISPONIBILI PRESSO LA BIGLIETTERIA DEL TEATRO.

CONTATTI PER INFORMAZIONI: Mara Grisoni, organizzazione@teatrogiornidispari.it | cel. 327 7968987 (anche con messaggistica WhatsApp)


NOTE DI REGIA

Tosca, una dark lady di plastica

Questa regia di Tosca si è mossa fin da subito lungo due linee narrative e visive che si intersecano e sovrappongono: il tema, così attuale, della plastificazione e il genere cinematografico del noir.
Perché analizzando questa storia così tragica e tragicamente attuale mi sono accorta che la vicenda, i personaggi si muovono in un mondo asfittico, sottovuoto, proprio come fosse ricoperto di plastica e in un’atmosfera sordida di destini segnati e inevitabili, di luci e ombre deformate e deformanti proprio come nell’estetica del cinema noir.
Ho provato, dunque, a giocare con queste due suggestioni, ad approfondirle, amplificarle, farle dialogare e confliggere per scoprire che il mondo di Tosca è davvero un mondo di celluloide, come certi sogni sbagliati e soprattutto è un’opera in assenza di aria.
Chi è Tosca e cosa ci racconta la sua storia appassionata e tragica al tempo stesso?
Perchè ci affascina sempre tanto e ci tiene agganciati a lei “fino all’ultimo respiro”?
Forse proprio perchè è una storia “senza respiro”, che avviene in lenta e progressiva diminuzione d’aria, fino all’asfissia finale di tutto e tutti. E questa morte, metaforicamente asfittica, ci riporta a tanti discorsi attuali che, purtroppo, metaforici non sono.
Senza dimenticare un particolare che tutti gli studiosi di Puccini conoscono bene ovvero che Tosca (ma in generale molte delle opere del grande musicista) è opera molto cinematografica nella struttura narrativa, visiva e musicale.
Puccini e i suoi librettisti hanno visto, pensato e scritto questa storia per immagini riprese e montate secondo lo stile e la tecnica del cinema, un genere nato da pochissimi anni ma già adottato dal grande autore come strumento di interpretazione del mondo a lui contemporaneo.
Ecco perché Tosca è l’opera che inaugura un nuovo corso per la musica italiana in tutti i sensi, nella struttura narrativa e nella musica.
Tornando alla regia, in questo momento storico-sociale in cui il dibattito e le azioni-reazioni centrate sul problema “plastica” stanno diventando pressanti ogni giorno di più, mentre ci occupiamo e preoccupiamo di come smaltire la plastica che continuamente creiamo (dove il paradosso “non so come smaltire cio’ che continuo a creare” diventa un vero e proprio disturbo ossessivo-compulsivo della “plastificata“ societa’ contemporanea) ci siamo accorti che anche noi esseri umani che viviamo nella plastica stiamo anche “diventando di plastica”? Come se si fosse messa in atto una trasformazione genetica di cui siamo autori e attori.
Abbiamo intrapreso la tragica e terrifica direzione in cui l’oggetto di plastica sta creando il soggetto di plastica: il modello plastica ha vinto su tutto e tutti. Usiamo plastica, respiriamo plastica, mangiamo plastica, modelliamo e ricostruiamo il nostro corpo con la plastica, usiamo buon parte della nostra vita a gestire i rifiuti che produciamo: siamo i guardiani della nostra discarica privata.
E il modello usa e getta è diventato un paradigma applicato a tutto: dagli oggetti fino ai rapporti umani, alle relazioni dove l’equazione non è più “incontro e lascio” ma “uso e getto”.
Smaltiamo ormai, come rifiuti, anche le persone, quando non servono piu’ e spesso lo facciamo proprio attraverso un oggetto di plastica.
I social sono diventati la nuova agorà: i nostri rapporti sociali avvengono per lo più attraverso la plastica, dal cellulare, al pc quindi per metafora sono “diventati di plastica”.
I drammi, le vicende umane vengono sostituiti da storie artificiali che crediamo di vivere attraverso
facebook, instagram o youtube.
Il mondo sta diventato un’ immensa discarica di plastica mentre il nostro mondo interiore non sta facendo di meglio anzi la plastificazione della coscienza, dei sentimenti è un pericolo forse più terribile.
Questo spazio vitale inodore, insapore, distorto e distopico che ci stiamo costruendo intorno è,
simbolicamente, quello in cui si svolge la vicenda di Tosca.
Che è, più di ogni altra cosa, la storia di una donna che fugge da tutto.
Dai ruoli in cui si è ingabbiata, dall’infelicita’, dalla solitudine, dal dolore, da se stessa.
Tosca sta, simbolicamente, tra Cavaradossi, il suo bene supremo, e Scarpia, il suo male supremo, e li concentra in se’ entrambi.
Cavaradossi è davvero l’amore? O è un mezzo per fuggire da un mondo senz’aria e senza luce in cerca della felicità?
Scarpia è il ricordo del male subito? O anche lo specchio della sua anima scura?
E se la sua gelosia, la nevrosi ossessiva non fossero altro che sintomi del suo malessere, della
consapevolezza di vivere una vita che si rivela essere senza via di scampo, fatalmente senza speranza, come quella delle eroine dark?
Tosca è donna di squilibri emotivi continui, in costante balia dei suoi mostri interiori, è il suo desiderio di fuga, è smania di manipolare mentre viene manipolata, costretta a ciò anche in quanto unica figura femminile in un mondo di maschi, in quanto concepita e bramata soprattutto come oggetto sessuale.
Cavaradossi, affascinante artista di idee rivoluzionarie, intraprende una relazione con la diva più desiderata di tutta Roma, sembra usare i suoi favori, mentre Scarpia usa la menzogna e il ricatto per tormentarla e per ottenere favori sessuali, usa il suo potere istituzionale di capo della polizia usando Cavaradossi imprigionato per ottenere Tosca.
Quest’ultima usa Scarpia, e se stessa, al fine di ottenere da lui il via libera alla fuga, per poi ucciderlo un momento dopo.
Una vicenda in cui tutti “usano” tutti. E spesso “gettano”, proprio come avviene con i rifiuti.

Tosca è, in termini etici, la storia di un mercificio reiterato, eletto a cifra dei rapporti sociali: si riesce a mercificare tutto dell’essere umano: la vita, i corpi, il sesso, i sentimenti, la liberta’.
Quanto? Il prezzo? È la domanda emblematica di Tosca a Scarpia nel momento cruciale del secondo atto in cui stanno “contrattando” la liberazione di Cavaradossi.
E da quel momento inizia il viaggio inesorabile di tutti i protagonisti verso la morte che annienta tutto quel microcosmo di tragici destini incrociati, di uomini alla deriva, perché con la morte di tutti i personaggi finisce bruscamente, in un istante, anche questa storia inquietante e allucinata.
Di un mondo in bianco e nero, fatto di inquadrature storte, di ambienti deformati, di luci taglienti e
atmosfere sordide, come nel più classico film noir.
La storia di Tosca finisce con la fine dei suoi protagonisti, che scivolano uno dopo l’altro in un incubo sempre più buio. Morti loro muore anche la narrazione.
Tosca è l’Alfa e l’ Omega, è Angelo di Luce e Demone di Ombre, è Inferno e Paradiso.
Vittima e Carnefice, Amante e Assassina.
Una sontuosa dark lady di prima e ultima generazione.
Tosca è assenza d’aria, quindi di speranza.
Non c è futuro per nessuno. Resta solo il niente, qualcosa che ci toglie il fiato.
Come se improvvisamente, di fronte al crollo di ogni speranza, anche il cielo decidesse di crollare, per ricoprire tutto e tutti come un terrifico sudario.

Serena Nardi

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